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Per secoli abbiamo immaginato i samurai come guerrieri impavidi, custodi di un codice di valori fatto di coraggio, onore e sacrificio. Ma quanto c’è di vero in questa immagine così radicata nella cultura pop? La nuova grande mostra del British Museum – in programma dal 3 febbraio al 4 maggio 2026 – invita i visitatori a scoprire la realtà dietro un millennio di miti e leggende.

Samurai - La grande mostra al British Museum

L’idea moderna del samurai nasce da un insieme di tradizioni, ricostruzioni romantiche e influenze culturali occidentali. La mostra smonta questi cliché riportando l’attenzione alle origini: la classe dei bushi, i guerrieri che ottennero potere politico a partire dal XII secolo.

Con l’inizio di un lungo periodo di pace nel 1615, i samurai smisero progressivamente di combattere, trasformandosi in un’élite sociale e amministrativa. Non più solo guerrieri: molti divennero burocrati, funzionari di governo, studiosi, mecenati e persino poeti o pittori. La cultura intellettuale acquistò la stessa importanza dell’arte della spada, e la società samuraica divenne un ambiente ricco, complesso e sorprendentemente moderno.

Alla fine dell’Ottocento, con l’abolizione dello status ereditario dei samurai, nacque un nuovo racconto: il bushidō, “la via del guerriero”. Questo ideale – più mito politico che realtà storica – venne utilizzato durante l’espansione coloniale giapponese, alimentando l’immagine romantica del samurai devoto alla patria.

Durante tutto il Novecento, l’incontro tra Giappone e mondo occidentale contribuì a consolidare questa mitologia: film, letteratura, moda e fumetti hanno progressivamente trasformato i samurai in icone globali.

La mostra analizza proprio questo processo: come una figura storica sia diventata un simbolo internazionale, spesso lontano dalla realtà.

Il percorso espostivo - Cosa aspettarsi dalla mostra Samurai

Il percorso espositivo è ricco di pezzi straordinari, capaci di raccontare l’evoluzione dei samurai attraverso i secoli. Tra gli oggetti più rilevanti:

  • la celebre armatura inviata da Tokugawa Hidetada al re Giacomo I d’Inghilterra, un incontro storico tra due mondi lontani;
  • oggetti di lusso e giochi d’incenso, testimonianze della raffinata vita culturale della classe samuraica;
  • opere d’arte e manufatti legati al potere politico e alla vita quotidiana dei bushi.

La mostra dialoga anche con il presente, mostrando come i samurai continuino a ispirare la creatività moderna: dal look di Louis Vuitton influenzato dalle armature giapponesi fino ai videogiochi di successo come Assassin’s Creed: Shadows, che reinterpretano liberamente la loro storia. Il risultato è un viaggio che va dal medioevo giapponese alla cultura pop globale del XXI secolo.

Informazioni pratiche

Visitare la mostra Samurai è semplice: l'esposizione si tiene al British Museum, nella Sainsbury Exhibitions Gallery (Room 30), lo spazio che il museo dedica ai grandi eventi temporanei. Le date da segnare in agenda sono dal 3 febbraio al 4 maggio 2026, un periodo perfetto per organizzare un weekend o una breve fuga a Londra, magari approfittando dei mesi meno turistici.

Gli orari sono piuttosto comodi: le mostre speciali sono aperte ogni giorno dalle 10:00 alle 17:00, con ultimo ingresso alle 16:45. Se preferisci una visita più tranquilla, il venerdì è l’opzione migliore: l’orario si estende fino alle 20:30 (ultimo ingresso alle 20:15), e l’atmosfera è generalmente più rilassata. Tieni anche presente che le gallerie iniziano a essere sgomberate circa dieci minuti prima della chiusura.

Dopo i samurai, il gusto: una pausa giapponese a Londra

Per completare la visita alla mostra puoi trasformare la giornata in un vero e proprio “viaggio in Giappone”, scegliendo uno dei migliori ristoranti giapponesi di Londra. Tra gli indirizzi da non perdere c’è Sushi Atelier, a Fitzrovia, un locale moderno con un lungo bancone di legno dove osservare gli chef all’opera. L’atmosfera è calda e intima, grazie anche a una sala sotterranea più raccolta. Qui il sushi è creativo: nigiri con topping particolari come la gelatina di ponzu, rolls con yellowtail e maionese al tartufo, carpacci e piccoli piatti caldi, accompagnati da un’interessante selezione di sake premium, birre giapponesi e shochu.

Se preferisci un’esperienza più tradizionale, poco distante da Leicester Square si trova Tokyo Diner, un’istituzione aperta nel 1992 e ancora oggi tra i punti di riferimento della comunità giapponese. Il locale è semplice, autentico, distribuito su tre piani e con un servizio che ricorda le food hall di Tokyo. Il personale parla giapponese e il menu propone piatti classici, preparati senza fronzoli. Interessante anche la loro scelta etica di limitare l’uso del tonno per motivi di sostenibilità.

Per gli amanti del ramen, invece, Shoryu Ramen è una garanzia. Con sedi a Regent Street, Covent Garden e Soho, è famoso per il suo tonkotsu dal brodo di maiale cotto per dodici ore, servito con char siu, uovo marinato, funghi kikurage e alghe nori. Ogni sede ha un carattere diverso: quella di Regent Street è la prima inaugurata e mantiene un’atmosfera classica; quella di Covent Garden è perfetta per una cena prima o dopo uno spettacolo teatrale e propone anche una colazione giapponese al mattino; la sede di Soho, con la cucina a vista, è conosciuta per una delle selezioni di sake e shochu più ampie del Regno Unito. In tutte trovi opzioni vegetariane, cocktail a tema, dessert come il gelato mochi e anche porzioni dedicate ai bambini.

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